“ICOP è una realtà di medie dimensioni, localizzata in Friuli Venezia Giulia e attiva nel settore delle costruzioni. Ci muoviamo su un territorio di frontiera, e per questo da sempre siamo esposti ai fenomeni migratori, soprattutto quelli provenienti dall’Est Europa.” – così Piero Petrucco, Vice Presidente e Amministratore Delegato di ICOP inizia il racconto del progetto «Mattone su Mattone», realizzato dall’Azienda nel 2022 per offrire supporto pratico nella gestione della crisi umanitaria conseguente alla deflagrazione del conflitto armato fra Ucraina e Russia. E continua: “La nostra Azienda si è caratterizzata da sempre per una forte vocazione sociale, che negli anni si è concretizzata in progetti di cooperazione allo sviluppo – anche di lungo termine, come ad esempio quelli attivi in Sud Sudan dal 2006. In seguito allo scoppio della guerra russo-ucraina, nel febbraio dello scorso anno, si è registrata però all’interno dell’impresa una mobilitazione senza precedenti, spontanea e collettiva da parte dei nostri dipendenti. Di fronte a questa chiamata a fare qualcosa per i rifugiati ucraini (e a farlo insieme), ICOP non ha esitato ad aprire un tavolo di confronto interno, aperto a manager e dipendenti, per la condivisione di proposte su possibili azioni da intraprendere.”
Il progetto «Mattone su Mattone» è un’iniziativa di volontariato d’impresa, nata da un processo di co-progettazione che ha coinvolto l’Azienda ed i suoi dipendenti e realizzata mediante una partnership profit – non profit. Scopo principale del progetto era quello di offrire alloggi sicuri e confortevoli ai rifugiati ucraini in Italia, contribuendo anche al loro mantenimento durante tutto il periodo di ospitalità.
Essenziale il ruolo delle due organizzazioni intervenute al fianco dell’Azienda e già attive nel campo dell’accoglienza. Vicini di Casa Onlus, Associazione la cui mission è quella di facilitare l’accesso alla casa da parte di cittadini italiani e stranieri, ha messo a disposizione alcuni immobili di sua proprietà o da essa gestiti, come luoghi sicuri dove poter ospitare i rifugiati ucraini. ICOP, a sua volta, si è occupata della ristrutturazione o del rifacimento di tali immobili, per renderli pienamente accoglienti per le persone o famiglie in fuga dalla guerra. L’Associazione si è, inoltre, presa carico dell’espletamento delle pratiche burocratiche ed amministrative connesse alla realizzazione del progetto di accoglienza. “Quella tra Vicini di Casa e ICOP è una collaborazione che dura continuativamente da anni, basata su uno scambio reciproco di competenze, diverse ma complementari. È la dimostrazione che, la collaborazione con attori non business con un forte radicamento territoriale, può essere per l’impresa volano per la realizzazione di interventi benefici e di forte impatto in favore della comunità.” – spiega Piero Petrucco.
La partnership ha coinvolto anche l’Associazione Ucraina-Friuli, che ha funzionato come ponte di raccordo per l’individuazione e il raggiungimento delle persone da coinvolgere nel progetto di accoglienza.
Hanno preso parte attivamente al progetto circa 80 persone di ICOP. C’è chi ha donato il proprio tempo – sia in orario lavorativo che nei weekend – per contribuire al rifacimento degli alloggi, ritinteggiandoli, arredandoli e rendendoli più confortevoli; chi si è offerto di ospitare alcuni rifugiati direttamente nelle proprie abitazioni; chi ha fatto sì che il centro estivo aziendale diventasse un luogo sicuro di incontro e svago per i bambini ucraini. E, infine, quelli che, trovandosi presso sedi distaccate dell’Azienda, hanno contribuito al progetto tramite un sostegno finanziario, reso possibile grazie al meccanismo del «payroll giving», una sorta di autotassazione sulla busta paga su base volontaria. ICOP, inoltre, ha raddoppiato la cifra donata dai propri dipendenti, con il meccanismo del «matching grant», riuscendo così a sostenere tutti i costi di gestione delle case e degli appartamenti, nonché il contributo di sussistenza alle famiglie.
“In un primo momento, con le risorse che avevamo a disposizione, pensavamo di poter accogliere non più di 25 rifugiati ucraini, ma grazie alla risposta proattiva e generosa della comunità interna e all’impegno assunto dall’Azienda, siamo riusciti a destinare al progetto, ad oggi, risorse pari oltre 20.000 euro, che hanno consentito di ospitare e sostentare 51 persone in stato di necessità, quindi più del doppio di quello che ci eravamo prefissati.” – afferma orgogliosamente Piero Petrucco.
A beneficiare del progetto, seppur in maniera collaterale, è stato anche il clima aziendale interno. Tra alcuni dipendenti di ICOP, ad esempio, si è formato in maniera del tutto spontanea il gruppo «Icoperanti». “Eravamo ancora nella primissima fase di organizzazione logistica, quando abbiamo pensato di «ufficializzare» il nostro lavoro come gruppo aziendale. Ci siamo, quindi, dati un nome e dotati di magliette personalizzate. È stato il nostro modo per dar vita ad una comunità interna solida ed unita, e sentirci parte di qualcosa di concreto, riconducibile a noi e all’Azienda in cui lavoriamo.” – afferma Lucia Beltrame, Responsabile dei Progetti Sociali di ICOP e promotrice de «Icoperanti». Il supporto pervenuto dal gruppo ai rifugiati ucraini non è stato solo di natura pratica. Le case destinate all’accoglienza, oltre che imbiancate e rinfrescate, sono state predisposte nei minimi dettagli, senza trascurare la dimensione più umana: cesti di benvenuto e capi nuovi da indossare per gli adulti, giocattoli e peluche per i più piccoli hanno reso gli alloggi non solo luoghi fisici, ma anche spazi emotivi.
Ad un anno dall’avvio del progetto e con il perdurare della guerra, ICOP sta continuando ad ospitare e a sostentare le persone rifugiate. Conclude così Piero Petrucco: “Il nostro concetto di supporto all’accoglienza dei migranti e rifugiati, punta a restituire una piena dignità alle Persone in grave stato di vulnerabilità. Non solo assistenza quindi, ma sostegno per l’individuo all’avvio di percorsi verso l’autonomia per una piena inclusione economica e sociale. In questa chiave, ICOP ha integrato nella propria squadra due rifugiati ucraini fra quelli accolti, che hanno dimostrato di possedere le competenze idonee per l’avvio di un’esperienza lavorativa. Questo ci consentirà di aprire le porte delle «nostre» case a nuove Persone.”