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  • Intervista ad Antonina Sorci, Sustainability Project Leader, Edison

“Custodire il territorio” significa anzitutto conoscerlo approfonditamente, misurarne il valore e le vulnerabilità per operare all’interno di esso rispettando tutte le forme di vita presenti, le dinamiche e gli equilibri. Guardando in questa direzione, tra il 2020 e il 2021, Edison – fra i più grandi attori energetici italiani – ha realizzato un importante lavoro di mappatura della vulnerabilità della biodiversità e dei servizi ecosistemici (BES) sui territori in cui sono attivi i propri siti produttivi.

non ce tutela degli habitat naturali senza lascolto dei territori persona“La produzione di una cartografia della biodiversità e degli ecosistemi è stato un percorso lungo e importante, intrapreso con l’obiettivo di sviluppare la nostra azione per il Capitale Naturale ben oltre la soglia della compliance normativa sulla tutela ambientale, e adottando un approccio proattivo ed aperto a sinergie con i nostri stakeholder.” – così Antonina Sorci, Sustainability Project Leader di Edison introduce al progetto di mappatura dei BES, e continua: “Il Capitale Naturale è un pillar della strategia di sostenibilità di Edison. Tutte le nostre centrali di produzione elettrica in Italia, molte delle quali dotate di certificazione EMAS e tutte certificate ISO 14001, sono state interessate dalla mappatura BES. Ciò significa che, grazie a questo lavoro, oggi abbiamo un quadro sistematizzato ed approfondito della vulnerabilità della biodiversità caratterizzante oltre 55.000 chilometri quadrati di superficie nazionale, ossia circa il 18% del suolo italiano.”

Il percorso è iniziato con la definizione dell’«area di studio», ossia l’individuazione del territorio da «fotografare», intorno ad ogni sito produttivo attivo (per un’estensione di circa 10 chilometri quadrati, con epicentro nell’impianto). Si è passati poi all’investigazione di tre layer informativi e descrittivi di tre livelli diversi di biodiversità: la mappatura delle aree naturalistiche protette, poi quella degli habitat e dei biomi riconosciuti al livello scientifico, infine, la terza ed ultima fase, orientata a censire tutte le specie animali e vegetali presenti nell’area di studio. Una volta terminata l’attività di analisi e registrazione, realizzata raccogliendo (da desk) informazioni da fonti indirette (es: Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette – EUAP, Bibliografia Scientifica internazionale, Carta delle Unità Fisiografiche dei Paesaggi italiani – ISPRA, Carte della Natura Regionali, portale IBAT – Integrated Biodiversity Tool ecc.) poi sistematizzate in ambiente GIS – Geographic Information System, Edison ha individuato i principali indicatori descrittori (Kpi, key performance indicator) per misurare la vulnerabilità degli habitat naturali, attingendo a database internazionalmente riconosciuti. Uno fra tutti, quello della IUCN – Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. In alcuni casi, sono stati anche definiti Kpi originali, quali ad esempio quello che misura la percentuale di superficie naturale sensibile per biodiversità sul totale di quella studiata.

Schiavi d'AbruzzoI Kpi per il monitoraggio dei rischi, della vulnerabilità e l’impatto sono stati fissati per ciascuno dei tre layer informativi mappati (aree naturali, habitat e biomi, specie animali e vegetali).

“Su oltre 200 siti produttivi mappati, circa 43 presentano un alto valore di vulnerabilità ecologica. Di oltre 130.000 specie animali e vegetali individuate all’interno dello studio, il 6% è di rilevante interesse conservazionistico.” – precisa Antonina Sorci. E continua: “Su questo bagaglio di conoscenza e consapevolezza, l’Azienda fonda i suoi interventi per la conservazione del patrimonio naturale e quelli per la tutela attiva che puntano ad una riduzione del rischio. La tutela attiva della biodiversità e degli ecosistemi viene fatta secondo il modello della Gerarchia di Mitigazione, framework operativo e gestionale che va ad agire direttamente sul rischio residuo (riduzione impatto) e che si articola in diverse tipologie di interventi applicati in ordine sequenziale (dalle azioni preventive a quelle correttive): avoid > minimization > mitigation > offsetting/compensation.

In alcuni casi, Edison ha realizzato un secondo grado di mappatura, più approfondito e specifico: questo è il caso del Biodiversity and Ecosystem Services Assessment realizzato in Valtellina, in prossimità degli impianti idroelettrici di Ganda, Belviso e Publino e all’interno del Parco delle Orobie Valtellinesi. L’attività svolta con la collaborazione attiva del Parco, ha portato alla stesura di una relazione descrittiva e di quattro mappe tematiche di dettaglio: la carta sull’uso del suolo, la carta della vegetazione, la carta Habitat Natura 2000 e la carta di sintesi dei servizi ecosistemici prioritari lì individuati (tutti quei beni e servizi prodotti dagli ecosistemi naturali e seminaturali, come ad esempio la fornitura di risorse, la stabilizzazione del clima, il riciclo dei rifiuti, la protezione dall’erosione e dai dissesti geologici, l’impollinazione, gli usi ricreativi del territorio e l’estetica del paesaggio).

“Il percorso di mappatura della biodiversità e dei servizi ecosistemici s’inquadra nell’ambito di una strategia sull’ambiente e per il Clima che aspira ad essere sempre più ambiziosa, pur avendo già collezionato numerose best practice aziendali. Quello della mappatura e della conseguente valutazione del rischio, si cristallizza come nuovo approccio che ci guiderà anche nel futuro nei processi di costruzione di nuovi siti energetici e nelle operazioni produttive.” – racconta Antonina Sorci.

 

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[Specie di maggiore interesse conservazionistico nei territori prossimi agli impianti di Edison]

La conoscenza approfondita del territorio in cui Edison opera, e la scelta di voler essere ed agire come “custode” dello stesso, ha aperto all’Azienda un ventaglio ampio e prezioso di opportunità di partnership, dialogo, sinergia con gli attori locali pubblici e privati e con le comunità locali. “La cartografia prodotta, può supportare potenzialmente gli enti pubblici e privati preposti alla tutela delle aree protette, alla conservazione delle specie a rischio, alla protezione di quelle migratorie, per la riduzione del bracconaggio, e rispetto a tante altre sfide connesse all’ambiente.” – spiega Antonina Sorci.

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Le informazioni registrate grazie alla mappatura, gli equilibri naturalistici evidenziati dallo studio, la valutazione dei servizi eco-sistemici e del potenziale impatto dell’attività produttiva, possono di volta in volta essere messi da Edison a disposizione di altri Enti impegnati per la tutela del territorio e della biodiversità. Un’attività divulgativa a beneficio dei propri dipendenti, degli adulti esterni al contesto organizzativo e dei più giovani nelle scuole – come, ad esempio, l’incontro formativo tenuto in un istituto scolastico a Palestro, località dove sorge anche una centrale idroelettrica dell’Azienda – viene portata avanti da Edison in una logica di awareness building (costruzione della consapevolezza) e di sharing value (condivisione del valore), per essere «attore di sviluppo» oltre che «ospite» dei territori.

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